Sodio e potassio, le nuove raccomandazioni per prevenire l’infarto
Rivisti in parte i valori di riferimento pubblicati nel 2005
Sodio e potassio sono nutrienti che hanno un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo. Tuttavia, un consumo giornaliero di sodio oltre la quantità raccomandata può causare danni alla salute, soprattutto favorendo l’ipertensione arteriosa, che è uno dei principali fattori di rischio per eventi cardiovascolari come infarto e ictus.
Quali sono i valori più corretti per l’introito di sodio e potassio? La risposta arriva ora da un di nuovo report della National Academies of Sciences, Engineering and Medicine, che ha rivisto i “valori adeguati” di riferimento pubblicati nel 2005. In sintesi, il rapporto conferma i valori per il sodio già definiti per i soggetti di età tra 14 e 50 anni, rivede al ribasso quelli per i bambini 1-13 anni, al rialzo quelli per i soggetti con più di 51 anni di età e infine ancora al ribasso quelli per i bambini con più di un anno di età.
Nel caso del sodio, i valori adeguati sono di 110 mg al giorno per i neonati da 0 a 6 mesi; 370 mg/die tra 7 e 12 mesi; 800 mg/die per bambini da 1 a 3 anni; 1000 mg tra 4 e otto anni; 1.200 mg/die da 9 a 13 anni e 1500 mg/die oltre i 14 anni di età (gli autori sottolineano che per quest’ultima fascia di età non esistono evidenze sufficienti per indicare valori adeguati inferiori a 1500 mg/die).
Il comitato di esperti che ha elaborato le raccomandazioni ha stabilito inoltre che esiste sufficiente evidenza per caratterizzare la correlazione tra introito di sodio e rischio di malattie croniche. Questa evidenza si è tradotta in un valore di riduzione in grado di produrre benefici in termini di: rischio di malattia cardiovascolare, rischio di ipertensione, pressione sistolica e pressione diastolica. Per i soggetti di 14 anni di età o più, la raccomandazione è di ridurre l’introito di sodio se superiore a 2300 mg al giorno.
Per quanto riguarda il potassio i valori adeguati d’introito sono di 400 mg/die per i neonati fino a sei mesi; di 860 mg/die tra 7 e 12 mesi; 2000 mg/die tra uno e 3 anni; e 2300 mg/die tra 4 e 8 ani di età. Per le restanti fasce di età, i valori sono differenziati anche per sesso, ma rimangono compresi tra 2300 e 2400 mg/die, e sono quindi più bassi rispetto a quelli stabiliti nel 2005.
Il rapporto riafferma che non esistono sufficienti evidenze per stabilire valori massimi tollerabili d’introito di potassio, ma che ciò non significa che non esistano rischi per un’eccessiva supplementazione: occorre cautela nell’assunzione di dosi elevate, soprattutto nei soggetti con elevato rischio di compromissione renale.
Allo stesso modo, non esistono sufficienti evidenze per stabilire raccomandazioni relative al potassio per ridurre il rischio di malattie croniche, anche se esistono evidenze moderatamente forti che la supplementazione è in grado di ridurre la pressione sanguigna.
Va ricordato che un grammo di sodio è equivalente a 2,55 g di sale da cucina. Inoltre occorre tener presente che il sodio è presente in quasi tutti gli alimenti e in quantità significative negli alimenti lavorati.
Esempi di quantità di sodio contenute in alcuni alimenti
300 gr di pizza rossa o bianca |
2 grammi |
50 gr di pane (una fetta) |
0,15 grammi |
20 gr biscotti dolci (2-4 biscotti) |
0,04 grammi |
50 gr di parmigiano |
0,3 grammi |
50 gr di prosciutto crudo dolce (3-4 fette medie) |
1,29 grammi |
50 gr di prosciutto cotto (3-4 fette medie) |
0,36 grammi |
50 gr di salame di Milano (8-10 fette medie) |
0,75 grammi |
100 gr mozzarella di mucca |
0,20 grammi |
20 gr Parmigiano grattugiato (1 cucchiaio) |
0,06 grammi |
Fonte: Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
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